Piano di Gestione AMP Torre Guaceto

Skip Navigation Links
MENU ISEA
ConsultazioneExpand Consultazione

5. Minacce dirette

5.1 Nome della minaccia diretta: Apporto di sedimenti e sostanze organiche proveniente dal Canale Reale

5.1.1 - Codice della minaccia: DT-01
5.1.2 - Descrizione della minaccia: Il Piano di Gestione della Riserva Naturale dello Stato, approvato con DM 26 gennaio 2013, ha individuato il Canale Reale come una sorgente perturbativa di grande rilevanza per l’area marina protetta di Torre Guaceto. I risultati di tutti gli studi effettuati evidenziano forti effetti perturbativi nel Canale Reale, sia a livello di processi, con tassi decompostivi significativamente più bassi che in tutti gli altri canali presenti nell’area, sia in termini di strutture, con una condizione corporea delle popolazioni di isopodi e gasteropodi peggiore di quella di tutte le popolazioni conspecifiche presenti in altre aree umide salentine. Nel territorio di Carovigno (BR) è presente un depuratore consortile, che secondo il PTA della Regione Puglia (DCR n. 230 del 20/10/2009), deve depurare i reflui dei comuni di Carovigno, San Michele Salentino e San Vito dei Normanni ed ha un carico generato di 69.805 AE (Abitanti equivalenti). Vista la sensibilità ambientale dell’area interessata dal rilascio del refluo depurato, caratterizzata dalla presenza dell’Area marina protetta e del SIC di Torre Guaceto nella fascia territoriale che si sviluppa attorno alla foce del Canale Reale, si è prevista una ridondanza degli scarichi, secondo la seguente priorità: 
  • scarico con condotta sottomarina: scarico principale nelle condizioni ordinarie di funzionamento, con il depuratore a regime, con rilascio in tabella 1 dell’Allegato 5 del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i.; 
  • scarico nelle trincee disperdenti: scarico secondario, da attivare solo per consentire le operazioni di manutenzione della condotta sottomarina, con rilascio in tabella 4 dell’Allegato 5 del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i.; 
  • scarico nel Canale Reale: scarico di emergenza da attivare solo nella remota ipotesi di guasto contemporaneo della condotta sottomarina e del sistema delle trincee disperdenti. 
Tale impianto di depurazione, entrato di recente in esercizio, scarica attualmente il refluo depurato nel Canale Reale, corso d’acqua che sfocia all’interno della zona protetta della riserva naturale di Torre Guaceto, situata a circa venti chilometri da Brindisi, attraverso un collettore emissario di lunghezza pari a circa 8.700 m. È presente un sistema di vasche a trincee disperdenti che rappresenta il recapito finale temporaneo e complementare allo scarico nel Canale Reale, dell’effluente dell’impianto di depurazione consortile di Carovigno (BR). 
Questa configurazione, come è noto, doveva rappresentare una soluzione provvisoria in attesa del completamento dei lavori di rifunzionalizzazione della condotta sottomarina esistente, ubicata in località Apani, mediante un prolungamento fino al raggiungimento della profondità idonea per diffondere le acque reflue, coerentemente con il Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia che prevede, per tale impianto, come recapito finale il Mar Adriatico con condotta sottomarina. Una volta attivato lo scarico nel mare Adriatico con condotta sottomarina, che rappresenterà il recapito ordinario del depuratore consortile di Carovigno, il sistema delle trincee disperdenti resterà attivo come scarico di emergenza e come scarico alternativo per consentire le operazioni di manutenzione sia del depuratore che della condotta sottomarina. 
Con nota 0080081 del 31.07.2018 l'Acquedotto Pugliese ha informato di aver provveduto alla consegna dei lavori in data 26.07.2018 per il collettamento del depuratore carovignese alla condotta sottomarina e che ad ottobre partirà con gli interventi a mare.
Con nota prot. 6012 del 29/01/2021 l'AQP ha comunicato il termine dei lavori di prolungamento della condotta sottomarina mediante posa di tubazione per complessivi 2627 mt. richiedendo alla Regione Puglia autorizzazione provvisoria allo scarico dell'impianto di depurazione consortile di Carovigno al fine di poter effettuare le prove di tenuta del nuovo collettore bretella.

Altra tematica è l'attivazione dell'impianto di affinamento e riuso di Mesagne, che, una volta in esercizio, sarebbe recapito finale dei depuratori di Ceglie Messapica, Francavilla Fontana, Latiano, che attualmente scaricano all'interno del Canale Reale. La finalità principale dell’impianto di affinamento è quella di mitigare l’effetto della utilizzazione di risorse idriche sotterranee, evidenziando altresì la non compatibilità dello scarico di reflui (rivenienti dagli impianti depurativi di Ceglie, Francavilla, Latiano e Mesagne) con le caratteristiche ambientali del Canale Reale e quindi, di conseguenza, con l’area marina protetta di Torre Guaceto. 
Al fine di dare attuazione al processo di pianificazione di tutela del bacino idrografico del Canale Reale, a luglio 2019 è stato sottoscritto il Documento di Intenti-Contratto di Fiume/Canale Reale, i principali portatori di interesse (Regione Puglia, Provincia di Brindisi, Comuni del bacino, Confindustria Brindisi, Politecnico di Bari, Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Meridionale, ASSET, Consorzio Arneo, Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Ordine Geologi della Puglia, SIGEA). I Contratti di Fiume, inseriti nel Codice dell'Ambiente, rappresentano uno strumento di programmazione negoziata e partecipata, per riqualificare i territori di un determinato bacino idrografico con interventi multisettoriali e con il coinvolgimento, su base volontaria, di tutti gli enti istituzionali ed i soggetti privati insistenti sul determinato bacino. 
Tale percorso è cominciato a gennaio 2018, quando fu individuato, durante un primo tavolo operativo con alcuni soggetti interessati, il Bacino del Canale Reale, in provincia di Brindisi, quale dominio più importante del primo progetto pilota nel territorio regionale per l’implementazione dello strumento dei Contratti di Fiume. 
Nel corso del 2020 si sono svolti diversi incontri, compresi i tavoli territoriali tematici; il Consorzio coordina il tavolo tematico Ambiente. L’Assemblea del Contratto di Fiume, tenutasi il 06/07/2020 presso il Castello Dentice di Frasso a Carovigno (BR) ha approvato l’Analisi conoscitiva propedeutica alla redazione del Documento Strategico del Contratto di Fiume. 
Il progetto “Riuso dei reflui urbani depurati - Impianto di depurazione di Carovigno”, finanziato dalla Regione Puglia al Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, è attualmente sotto procedimento per il rilascio del PAUR art. Articolo 27 bis Codice dell'ambiente (D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152) e i lavori si completeranno nel triennio 2021-2023. Nel prossimo programma triennale se ne verificheranno i risultati
5.1.3 - Classificazione standard della minaccia: Smaltimento dei rifiuti domestici
5.1.4 - Indicatori della minaccia:
5.1.5 - Target biodiversità minacciati:
5.1.6 - Strategie applicate:

5.2 Nome della minaccia diretta: Erosione costiera

5.2.1 - Codice della minaccia: DT-02
5.2.2 - Descrizione della minaccia: Le analisi (dell'arco temporale 1992-2011) dimostrano che, in generale, intorno il 2005, la costa ha subito un'inversione rispetto al periodo precedente di avanzamento della linea di costa, portando ad una progressiva erosione della spiaggia che ha cancellato il surplus di sedimenti depositato fino al 2005. 
Come evidenziato dalle analisi dell'evoluzione del litorale costiero (eseguito esclusivamente sulle zone sabbiose), i settori centrali e meridionali dell'AMP mostrano un'evoluzione della linea di costa che è complessa e non facile da interpretare come una generica erosione costiera che è molto più pronunciata, arrivando ad oltre 25 metri, nel settore a destra del Canale Reale. 
Complessivamente la parte meridionale dell'AMP mostra un bilancio sedimentario negativo con chiari segni di erosione lungo l'intera costa eccetto nei settori più settentrionali dove una parte dei sedimenti si sono accumulati a causa dell'effetto bloccante del promontorio dove è situata la Torre. 
L'evoluzione di quest'area influenza fortemente i processi in tutta l'AMP (cfr. Minaccia Sedimentazione). Il fenomeno di erosione costiera è stato individuato nella parte sud orientale della spiaggia di Punta Penna Grossa, posta a nord dell'AMP. 
Al contrario le pocket beach (piccole spiagge) a sud di tale area sono caratterizzate da una sostanziale stabilità, dato che non sono riconoscibili evidenze geomorfologiche di un rapido arretramento. In particolare, l'efficacia dei processi erosivi sono evidenziati dalla presenza di una scogliera, formatasi nel Medio Olocene come cordone dunario. 
Un altro importante focus erosivo è anche individuabile al centro della spiaggia dove la struttura antropica nella spiaggia sommersa tende al litorale. Le coste rocciose dolcemente digradanti in corrispondenza di Torre Guaceto sono sostanzialmente stabili. Piccoli localizzati crolli sono individuabili lungo i perimetri degli isolotti di Apani. Massi di grandi dimensioni sparsi nell'interno delle aree subtidali e litorali sono stati individuati lungo alcuni tratti della costa rocciosa; essi possono essere messi in relazione ad occasionali impatti di onde estreme. 
Nel triennio trascorso sono ultimati i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza geomorfologica nell'area di Apani, realizzati dal Comune di Brindisi. I risultati di tale intervento dovranno essere valutati con un monitoraggio sul medio-lungo periodo. 
In data 12/07/2019, inoltre, il Comune di Brindisi ha convocato conferenza di servizi preliminare relativamente ad un ulteriore progetto “Interventi di mitigazione del rischio geomorfologico da eseguire in un tratto di costa nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto”, presentato dai proprietari dei terreni oggetto dell'intervento. Nel corso del 2021 si procederà alla firma della convenzione con i privati.
5.2.3 - Classificazione standard della minaccia: erosione
5.2.4 - Indicatori della minaccia:
5.2.5 - Target biodiversità minacciati:
5.2.6 - Strategie applicate:

5.3 Nome della minaccia diretta: Sedimentazione

5.3.1 - Codice della minaccia: DT-03
5.3.2 - Descrizione della minaccia: La principale minaccia per gli habitat bentonici e i relativi popolamenti consiste nell'elevato carico sedimentario che interessa aree vicino alla Torre, come evidenziato dagli studi geomorfologici, dai modelli di corrente e dai risultati delle trappole sedimentarie. Tali risultati confermano quanto elaborato in studi precedenti (carico sedimentario fino a circa 800 gr*m2*day-1) e sembra spiegare le condizioni disturbate dei popolamenti sessili del subtidale roccioso, delle colonie di C. cylindracea e delle praterie di posidonia, in quell'area. 
Come evidenziato dai modelli di corrente e dagli studi geomorfologici, molti dei sedimenti provengono dalle falesie posizionata a sud dell'AMP di Torre Guaceto. Questi risultati sono stati confermati dalle analisi delle frazioni granulometriche dei sedimenti trattenuti nelle trappole, dove maggiori quantità di sedimento fine è stato osservato. 
Un monitoraggio a lungo termine di questi aspetti sedimentologici è oltremodo auspicabile per una migliore comprensione dell'importanza di questo impatto all'interno dell'AMP. 
La spiaggia di Punta Penna Grossa è caratterizzata da sabbie medio-fini di origine clastica, bioclastica e vulcanica; quest'ultime indicano un'originale deriva sedimentaria lungo costa da nord-ovest a sud-est. Durante gli ultimi anni, la presenza di strutture antropiche lungo la costa pugliese ha intercettato la deriva litorale, condizionando anche le quote locali di sedimentazione della spiaggia di Punta Penna Grossa, portandola quasi fino a zero. Come conseguenza la sedimentazione presente sulle spiagge di Torre Guaceto è essenzialmente autoctono poiché è derivato dall'erosione delle vicine falesie e del fondo marino. 
Il bilancio sedimentario naturale delle spiagge di Torre Guaceto è fortemente condizionato dalle strutture fisse costruite nel passato che trattengono il sedimento fine e dalla presenza turistica. D'altra parte, la sedimentazione nelle piccole spiagge a sud della Torre è connessa con la corrente da sud est indotta dalla temporanea prevalenza di venti da NE a SE. 
Gli insediamenti umani e le attività erosive nell'area sud est e fuori della Riserva hanno creato, a causa delle correnti provenienti da sud-est, un considerevole deposito di sedimenti nella zona meridionale del promontorio roccioso della Torre aragonese. 
La quantità di sedimenti è stata così elevata da saturare la capacità di deposito della piccola baia, con una conseguente deposizione dei sedimenti, portati dalle correnti provenienti da nord-est, sopra il fondo marino della Zona A, di fronte e a nord della Torre.
5.3.3 - Classificazione standard della minaccia: Dumping, depositando dei depositi dragati
5.3.4 - Indicatori della minaccia:
5.3.5 - Target biodiversità minacciati:
5.3.6 - Strategie applicate:

5.4 Nome della minaccia diretta: Pesca ricreativa

5.4.1 - Codice della minaccia: DT-04
5.4.2 - Descrizione della minaccia: Numerose indicazioni sono disponibili attualmente a livello mondiale che evidenziano come la pesca ricreativa possa avere un considerevole impatto sui popolamenti ittici. Di tutte le attività svolte nelle aree costiere, la pesca ricreativa è una delle più comuni, interessa un considerevole numero di persone e può così rappresentare una significativa pressione sulle risorse naturali. Questa attività nell'AMP è consentita solo nella Zona C. nel periodo tra il 16 settembre e il 14 maggio per un numero massimo di autorizzazioni di 25 al giorno.
5.4.3 - Classificazione standard della minaccia: pesca ricreativa
5.4.4 - Indicatori della minaccia:
5.4.5 - Target biodiversità minacciati:
5.4.6 - Strategie applicate:

5.5 Nome della minaccia diretta: Pesca artigianale professionale

5.5.1 - Codice della minaccia: DT-05
5.5.2 - Descrizione della minaccia: Lungo le coste mediterranee, la pesca artigianale è un'attività che impiega un considerevole numero di imbarcazioni e operatori, svolgendo un ruolo fondamentale dal punto di vista economico, sociale e storico-culturale. Per secoli la pesca artigianale è stata un'attività economica essenziale e uno dei pilastri della cultura mediterranea. A Torre Guaceto il Regolamento e il Disciplinare individuano i seguenti requisiti e regolamentazioni: 
  1. Residenza nel comune di Carovigno o di Brindisi; 
  2. Iscrizione alle imprese e alle cooperative di pesca aventi sede legale nella provincia di Brindisi; 
  3. Espletamento dell’attività mediante unità navale con stazza massima di 2 GT e potenza massima di 35 KW. 
  4. nella zona C è consentita la pesca professionale costiera locale, secondo normativa vigente, con rete da posta fissa tipo “tramaglio”, con lunghezza massima di 1000 m, altezza massima 1,5 metri e misura della maglia, ogni lato, da nodo a nodo, pari o superiore a 30 mm; il controllo della maglia viene effettuato considerando che 10 maglie devono misurare minimo 30 cm (+/- 2 cm come tolleranza). Tale misura di maglia va intesa come maglia 'minima'. All’estremità delle reti sono applicati segnali di colore giallo con inciso il numero di targa dell’imbarcazione. 
L’attività di pesca professionale è effettuata: 
  1. ad una batimetria non inferiore ai 10 metri; 
  2. mediante un’unica cala di rete per unità e per giorno di pescata; 
  3. dal 01 gennaio al 31 dicembre di ogni anno effettuando un turno di pescata alla settimana, per un totale di 52 pescate massime annuali per imbarcazione. Il turno di pescata può essere effettuato esclusivamente nella settimana di riferimento e in caso di non espletamento non può essere recuperato nelle settimane successive; 
  4. durante il turno settimanale di pescata trasportando sul mezzo nautico indicato esclusivamente la rete da utilizzare per l’attività in AMP e nessun altro attrezzo di pesca; 
  5. registrando l’attività di pesca settimanale attraverso il registro elettronico del Soggetto Gestore; 
  6. non sostando all’interno dell’area marina protetta con l’imbarcazione, salvo diverse disposizioni dell’ente gestore, dopo tale operazione. 
Allo stato attuale vi sono evidenze per affermare che lo sforzo di pesca totale applicato in questi anni sia stato probabilmente troppo intenso e che vi sia un serio rischio che le risorse si stiano depauperando. 
I dati recenti, infatti, tendono a mostrare che la composizione delle catture, le catture totali e la CPUE non sono più così differenti tra la zona C dell’AMP e l’esterno come lo erano anni fa. 
C’è da considerare che a cavallo tra il 2017 e il 2018, nell’ambito del progetto FishMPABlue 2, i pescatori autorizzati hanno già ridotto il loro sforzo di pesca di circa il 40%. È quindi possibile che prossimamente se ne vedano i risultati, mentre la diminuzione delle CPUE in AMP che si è constata nel 2018 può essere attribuita allo sforzo eccessivo del recente passato. 
Non si può escludere un possibile impatto di attività non autorizzate o illegali, ma in assenza di dati e/o altre evidenze non è possibile trarre alcuna conclusione su quest’ultimo aspetto.
Alla fine del 2020 è stato osservato da parte dei pescatori autorizzati un fermo pesca di 30 giorni. Il monitoraggio attualmente in corso determinerà l'effetto di questa misura.
5.5.3 - Classificazione standard della minaccia: pesca a tramaglio
5.5.4 - Indicatori della minaccia:
5.5.5 - Target biodiversità minacciati:
5.5.6 - Strategie applicate:

5.6 Nome della minaccia diretta: Pesca INN

5.6.1 - Codice della minaccia: DT-06
5.6.2 - Descrizione della minaccia: Questa minaccia comprende differenti attività (pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata) che può avere gravi impatti sia ambientali (cioè sui popolamenti ittici) sia economici (cioè sottrarre guadagni ai pescatori professionisti autorizzati). Essendo completamente non regolamentata, questa minaccia può essere particolarmente dannosa per l'ambiente marino.
Recenti rilievi effettuati nei fondali dell'AMP evidenziano la presenza di tracce di attività di pesca illegale, come la pesca fantasma, tracce di ancoraggio e, più drammaticamente, tracce di reti a strascico lungo il margine esterno dell'AMP. La pesca a strascico è uno dei modi più impattanti e non selettivi per catturare il pesce. È responsabile fino alla metà di tutti i pesci scartati (cattura accessoria) e della vita marina in tutto il mondo. Inoltre, studi molto recenti evidenziano che la pesca a strascico è responsabile di stressare drammaticamente i fondali molli, causando il rilascio di un'enorme quantità di carbonio immagazzinato.
5.6.3 - Classificazione standard della minaccia: intrappolamento, avvelenamento, bracconaggio
5.6.4 - Indicatori della minaccia:
5.6.5 - Target biodiversità minacciati:
5.6.6 - Strategie applicate:

5.7 Nome della minaccia diretta: Specie aliene invasive

5.7.1 - Codice della minaccia: DT-07
5.7.2 - Descrizione della minaccia: L'invasione dell'alga verde Caulerpa cylindracea rappresenta una seria minaccia alle specie autoctone mediterranee, incluso le specie ittiche di interesse commerciale. Uno stato di salute alterato ed un impoverimento del valore nutrizionale della carne nel sarago maggiore Diplodus sargus, raccolto anche all'interno dell'AMP sarebbero, infatti, direttamente correlati con l'azione dei metaboliti di C. cylindracea. La caluerpinina, la caluerpina e la caluerpicina, i metaboliti più studiati di C. cylindracea, sono considerati tra i fattori che contribuiscono alla potenziale invasione di questa specie e diverse attività biologiche sono state trovate per queste molecole. Dovrebbe essere, pertanto, interessante continuare a monitorare gli effetti di C. cylindracea sul sarago maggiore D. sargus e identificare e quantificare il bioaccumulo dei metaboliti di C. cylindracea nelle specie ittiche autoctone e correlare l'accumulo dei metaboliti con le risposte cellulari e molecolari e la composizione degli acidi grassi per i pesci di interesse commerciale ed ecologico nell'AMP. 
Il pesce serra Pomatomus saltatrix, pur trattandosi di una specie presente nel Mediterraneo, è attualmente percepito dai pescatori artigianali operanti nell'AMP come una considerevole minaccia alla comunità ittica locale e alle loro reti (così come ai loro guadagni), considerando che il suo areale si è spostato negli ultimi anni verso nord. In questa prospettiva specifiche azioni potrebbero essere fatte per valutare se il pesce serra predi le stesse specie che sono importanti specie target per i pescatori artigianali e/o se il pesce serra impatti su specie ecologicamente rilevanti (ad es. i saraghi).
5.7.3 - Classificazione standard della minaccia: specie invasiva
5.7.4 - Indicatori della minaccia:
5.7.5 - Target biodiversità minacciati:
5.7.6 - Strategie applicate:

5.8 Nome della minaccia diretta: Frequentazione turistica e servizi turistici

5.8.1 - Codice della minaccia: DT-08
5.8.2 - Descrizione della minaccia: La balneazione e gli sport condotti all'aperto determinano l'intrusione diretta dell'uomo negli habitat naturali. Tale frequentazione, se non regolamentata, può arrecare disturbo agli habitat e alle specie, attraverso il calpestio e il rumore. Il sedimento che i bagnanti trasportano fuori dal sistema rappresenta un reale pericolo rispetto alla stabilità della spiaggia. 
Questo aspetto è molto più preoccupante considerando che la spiaggia viene frequentata ogni anno. La quantità di sabbia rimossa giornalmente è importante e diventa veramente significativa per lunghi periodi di frequenza turistica in spiaggia. E' stato stimato che stagionalmente possono essere asportati 3.500 kg di sabbia, pari ad un volume di 2,5 m3
5.8.3 - Classificazione standard della minaccia: altri sport all'aria aperta e attività ricreative
5.8.4 - Indicatori della minaccia:
5.8.5 - Target biodiversità minacciati:
5.8.6 - Strategie applicate:

5.9 Nome della minaccia diretta: Bracconaggio

5.9.1 - Codice della minaccia: DT-09
5.9.2 - Descrizione della minaccia: Il bracconaggio può incidere direttamente con l'uccisione di specie o indirettamente creando un disturbo che dtermina l'allontamento e il non utilizzo del sito. Le attività di controllo e monitoraggio hanno relegato questo fenomeno ad episodi isolati all'interno della Riserva.
5.9.3 - Classificazione standard della minaccia: intrappolamento, avvelenamento, bracconaggio
5.9.4 - Indicatori della minaccia:
5.9.5 - Target biodiversità minacciati:
5.9.6 - Strategie applicate:

5.10 Nome della minaccia diretta: Inquinamento organico/inorganico

5.10.1 - Codice della minaccia: DT-10
5.10.2 - Descrizione della minaccia: L'impiego in agricoltura di prodotti chimici quali fitofarmaci e pesticidi, determina, attraverso il ruscellamento e l'infiltrazione sotterranea delle acque, il trasporto nell'ecosistema naturale. Tali composti possono essere responsabili della riduzione o scomparsa di specie poste alla base delle reti alimentari.
5.10.3 - Classificazione standard della minaccia: Fertilizzazione
5.10.4 - Indicatori della minaccia:
5.10.5 - Target biodiversità minacciati:
5.10.6 - Strategie applicate:

5.11 Nome della minaccia diretta: Alterazione dei processi idrogeologici e ecologici della zona umida

5.11.1 - Codice della minaccia: DT-11
5.11.2 - Descrizione della minaccia: La concentrazione salina nelle acque della palude è il risultato dello sbilanciamento dei flussi idrici tra acque di ingressione marina e acque superficiali o sotterranee dell'entroterra. L'emungimento idrico accentua il fenomeno sottraendo acqua dolce. Le bonifiche effettuate nel passato hanno determinato fenomeni di espansione della Canna di palude che hanno favorito i processi naturali di interramento, caratterizzato dalla sedimentazione di materiale e di resti vegetali morti.
5.11.3 - Classificazione standard della minaccia: ulteriori modifiche indotte dall'essere umano a condizioni idrauliche
5.11.4 - Indicatori della minaccia:
5.11.5 - Target biodiversità minacciati:
5.11.6 - Strategie applicate:

5.12 Nome della minaccia diretta: Incendi

5.12.1 - Codice della minaccia: DT-12
5.12.2 - Descrizione della minaccia: Gli incendi sottraggono biomassa e possono alterare le caratteristiche strutturali delle comunità biologiche. Tuttavia, possono indurre un effetto positivo, specialmente sugli habitat legati al pascolamento. Certamente rappresentano un pericolo per l'uomo e per alcune specie animali. L’impianto antincendio è costituito da 2 condutture idriche principali collegate ad alcune derivazioni dotate di saracinesche a innesto rapido a norma, per l’aggancio ai naspi. 
In caso d’incendio, tali condutture sono alimentate dalla riserva idrica contenuta nelle autobotti dei VV.FF, stazionanti nelle immediate vicinanze, e la pressione necessaria è assicurata da una motopompa aggiuntiva carrellata di potenza calcolata non inferiore a Kw 26,5 in modo da garantire una portata di almeno 60 mc/h. 
Tale motopompa, dotata di proprio carrello a 4 ruote in caso di incendio, può essere trasportata da una vettura 4x4 fino in prossimità della linea principale e collegata da una parte all’autobotte dei VV.FF e dall’altra alla linea principale di adduzione tramite un gruppo motopompa di mandata a doppio attacco a norma Uni 10779.
5.12.3 - Classificazione standard della minaccia: Incendi
5.12.4 - Indicatori della minaccia:
5.12.5 - Target biodiversità minacciati:
5.12.6 - Strategie applicate:

5.13 Nome della minaccia diretta: Attività agricola

5.13.1 - Codice della minaccia: DT-13
5.13.2 - Descrizione della minaccia: Nella Riserva sono presenti pratiche agricole di tipo tradizionale (oliveto), di tipo estensivo (seminativo) o di tipo intensivo (ortaggi). Tali pratiche incidono in ragione dell'intensità di sfruttamento e della distanza rispetto alle aree naturali.
5.13.3 - Classificazione standard della minaccia: Coltivazione
5.13.4 - Indicatori della minaccia:
5.13.5 - Target biodiversità minacciati:
5.13.6 - Strategie applicate:

5.14 Nome della minaccia diretta: Rifiuti

5.14.1 - Codice della minaccia: DT-14
5.14.2 - Descrizione della minaccia: I rifiuti interferiscono in modo differente con gli ecosistemi e le specie a seconda delle loro caratteristiche: ad esempio, il catrame ha un alto impatto su tutte le specie animali costiere; il nylon, impiegato nella pesca, ha un impatto sugli uccelli e i rettili marini. Sulla terraferma esiste un buon livello di controllo e di sensibilizzazione sul corretto smaltimento dei rifiuti. Invece il problema della presenza di rifiuti non ha una soluzione lungo la linea di costa, dove i venti e il moto ondoso determinano lo spiaggiamento di rifiuti abbandonati altrove in mare; solo la costante attività di pulizia svolta dalla Riserva contiene il fenomeno. Con 27 rifiuti galleggianti ogni kmq il Mar Adriatico rappresenta il mare italiano con la maggiore concentrazione di rifiuti. A rilevarlo uno studio condotto da Legambiente disponibile sul sito http://www.legambiente.it/marinelitter . Il 20% di tali rifiuti deriva dalle attività di pesca. 
Affrontare il problema dei rifiuti marini rientra, infatti, anche nella to do list stilata dalla comunità europea e riportata nel testo della Marine Strategy, la direttiva 2008/56 dedicata all’ambiente marino e che prevede il raggiungimento del buono stato ecologico, per le acque marine di ogni stato membro, entro il 2020, sulla base di 11 descrittori. 
Il descrittore 10, in particolare, è proprio relativo ai rifiuti che finiscono nel nostro mare e sulle nostre spiagge: “le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all'ambiente costiero e marino”.
5.14.3 - Classificazione standard della minaccia: rifiuti marini
5.14.4 - Indicatori della minaccia:
5.14.5 - Target biodiversità minacciati:
5.14.6 - Strategie applicate:

5.15 Nome della minaccia diretta: Gestione tecnica dell'area protetta (Controllo e Manutenzione attrezzatura)

5.15.1 - Codice della minaccia: DT-15
5.15.2 - Descrizione della minaccia: Le pressioni ambientali specifiche, derivanti dalla Gestione tecnica AMP (attività di controllo e manutenzione) sono la NAVIGAZIONE IN AMP DI MEZZI NAUTICI SOGGETTO GESTORE, L’IMMERSIONE PER MONITORAGGIO STATO HABITAT E INFRASTRUTTURE sommerse e la MANUTENZIONE BOE E SEGNALAMENTI. Il Consorzio di Gestione dispone di 2 mezzi nautici a 4 tempi a benzina di 40 e 175 cv.Tutti i mezzi sono utilizzati dagli addetti per le attività di controllo (individuazione di infrazione dei divieti presenti, attività di informazione e sensibilizzazione su quanto previsto dal decreto istitutivo) e manutenzione (segnalamenti, pulizia dei fondi).Il Consorzio di Gestione si occupa di eseguire le attività di manutenzione dei natanti, al fine di ridurre al minimo gli impatti prodotti dal loro impiego, e di definire i periodi ottimali per l’esecuzione delle attività di controllo e monitoraggio attraverso incontri settimanali di pianificazione dell'attività con gli operatori del Parco.Le attività di immersioni sono finalizzate al monitoraggio e al controllo dello stato degli habitat e delle infrastrutture sommerse. Essendo condotte a scopo scientifico e di controllo, sono autorizzate in tutte e tre le zone (A, B, C) dell’AMP. Al fine di ridurre le pressioni sull’ambiente, in tali attività è impiegato personale specializzato.Il Consorzio di Gestione attraverso lo sviluppo di attività di pianificazione periodica definisce le necessarie attività di immersione. La zonizzazione dell’AMP è indicata dalla presenza di: 
  • Boe di segnalazione con segnale luminoso per Zona A (n. 4) di colore giallo;
  • Miragli a terra con segnale luminoso (n.4) per la segnalazione della Zona A; entrambi in posizione come da decreto ministeriale istitutivo.
Inoltre, come previsto dallo stesso decreto ministeriale, oltre che dall’obiettivo definito per questa pressione specifica, fra il 2006 ed il 2007 sono state installate 2 boe (rif. “N” ed “M”) nella Zona A e, fra il 2005 ed il 2006 è stata installata una boa (rif. “O”) nella Zona B. 
Oltre ai segnali marittimi, è presente all’interno del demanio marittimo una cartellonistica indicante la zonizzazione, i principali divieti presenti e i numeri utili per le segnalazioni. Tale sistema di indicazione è sottoposta a periodica attività di manutenzione, da parte del personale di manutenzione, sia riguardante le parti emerse (colorazione boa, funzionamento pannelli solari per segnali luminosi), sia quelle immerse (catenaria).
Il Consorzio di Gestione attraverso lo sviluppo di attività di pianificazione settimanale definisce le necessarie attività di immersione. E' stata sviluppata internamente un'applicazione che permette la segnalazione in tempo reale dei malfunzionamenti e delle attività di manutenzione svolte.
Sono in uso mezzi di trasporto a basso impatto ambientale: 
Targa Identificativo interno Anno immatricolazione Titolo di possesso Cilindrata UTILIZZO
FA412ER RENAULT TRAFIC 9 POST 2015 Proprietà 1598 TRASPORTO PER ATTIVITA' DI RAPPRESENTANZA AMP
FV726TJ FIAT DOBLO' 2019 Proprietà 1248 VEICOLO ADIBITO AL TRASPORTO TARTARUGHE MARINE
ET852NX FORD TOURNEO TRASPORTO DIVERSAMENTE ABILI 2013 Proprietà 2198 TRASPORTO DIVERSAMENTE ABILI IN SPIAGGIA
FY097VE IVECO 35C14 2019 Proprietà 2287 MANUTENZIONE SPIAGGE
FA020ER NISSAN QASHQAI 2015 Proprietà 1461 SORVEGLIANZA AMP
FX878NT NISSAN NAVARA 2019 Proprietà 2298 SORVEGLIANZA AMP
FX879NT NISSAN NAVARA 2019 Proprietà 2298 SORVEGLIANZA AMP


Mezzi Nautici lunghezza fino a 10M 
1. NATANTE TRASPORTO PERSONE  TG. PR001004 
2. GOMMONE 7,5 FUORIBORDO E75DPL S.N. 05191340
3. GOMMONE 5,5 FUORIBORDO BF175A3 MATR. BAJJ-1000154
5.15.3 - Classificazione standard della minaccia: altre forme o forme miste di inquinamento
5.15.4 - Indicatori della minaccia:
5.15.5 - Target biodiversità minacciati:
5.15.6 - Strategie applicate:

5.16 Nome della minaccia diretta: Gestione tecnico amministrativa attività

5.16.1 - Codice della minaccia: DT-16
5.16.2 - Descrizione della minaccia: Le pressioni ambientali specifiche, derivanti dalla Gestione Amministrativa sono individuate specificatamente nella GESTIONE TECNICO AMMINISTRATIVA ATTIVITÀ AMP e nella GESTIONE AMBIENTE DI LAVORO (CONSUMI ENERGETICI, PULIZIA E IGIENE, GESTIONE RIFIUTI, SALUBRITÀ AMBIENTE, SICUREZZA). Il centro operativo è localizzato nella borgata di Serranova, al confine con il parco. Nella stessa borgata sarà ubicato un centro visite e un giardino botanico. La sede amministrativa, dove si svolgono le attività di gestione amministrativa del Consorzio, è a Carovigno (BR). La gestione tecnico-amministrativa delle attività del Consorzio consiste in tutte quelle attività che consentono di gestire l’amministrazione dell’Ente, attraverso la produzione di materiale cartaceo ed informatico, la comunicazione ambientale, la programmazione degli interventi e il reperimento di finanziamenti ed agevolazioni per l’espletamento delle attività. Il Consorzio di Gestione, al fine di ottimizzare il proprio rapporto con l’ambiente effettua una pianificazione settimanale delle attività di monitoraggio per ottimizzare l’uso degli automezzi per le attività di controllo e di gestione, utilizza la carta riciclata e posta elettronica per le comunicazioni non ufficiali.
5.16.3 - Classificazione standard della minaccia: inquinamento dell'aria
5.16.4 - Indicatori della minaccia:
5.16.5 - Target biodiversità minacciati:
5.16.6 - Strategie applicate: