Piano di Gestione AMP Torre Guaceto

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4. Target di biodiversità

4.1 Nome del Target di Biodiversità: Comunità dei vertebrati marini


4.1.1 - Codice del TB: KT-01 4.1.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.1.3 - Descrizione del TB: A Torre Guaceto le attività di pesca sono state vietate in tutta l’AMP dal 2000-2001 fino al 2005, quando la pesca è stata riaperta (e strettamente regolamentata) esclusivamente in zona C. La chiusura operata dal 2000 al 2005 ha sicuramente permesso alle risorse locali di pesca di ricostituirsi, il che giustifica le elevate catture e CPUE nei primi anni (2005 e 2006) di riapertura delle attività di prelievo. Dopo questa fase iniziale le catture sono diminuite, ma sono comunque risultate marcatamente più elevate in zona C fino al 2010 circa. 
A partire dal 2011 fino al 2018, si è continuato a pescare di più in zona C, ma il differenziale tra zona C e esterno è risultato minore (salvo nel 2016 e parzialmente nel 2015). Il monitoraggio effettuato nel triennio 2017-2020 ha evidenziato chiare differenze in termini di ricchezza specifica e struttura dei popolamenti ittici tra le diverse tipologie di habitat campionate (roccia, sabbia e Posidonia oceanica). Su substrato roccioso è stato censito il numero maggiore di taxa della fauna ittica, mentre su substrato sabbioso ne è stato censito il numero minore. La ricchezza in taxa non è strettamente correlata ai livelli di protezione (i valori più bassi sono stati riscontrati in zona B). La struttura dei popolamenti ittici, sia in termini di densità totali, ma ancor più di biomasse totali, ha mostrato tendenzialmente differenze significative tra zone caratterizzate da diverso livello di protezione. La densità totale non ha mostrato differenza tra zone, mentre la biomassa totale è risultata più elevata in zona A, a seguire in zona C e infine all’EXT dell’AMP e in zona B. Relativamente alle 2 specie target (sarago maggiore e fasciato), i dati di abbondanza, biomassa media e ancor più quelli relativi alla distribuzione di taglia hanno mostrato chiari sintomi di ‘effetto riserva’ (con valori medi più elevati in zona A). Allo stato attuale vi sono evidenze per affermare che lo sforzo di pesca totale applicato in questi anni sia stato probabilmente troppo intenso e che vi sia un serio rischio che le risorse si stiano depauperando. 
I dati recenti, infatti, tendono a mostrare che la composizione delle catture, le catture totali e la CPUE non sono più così differenti tra la zona C dell’AMP e l’esterno come lo erano anni fa. C’è da considerare che durante l’ultimo anno, nell’ambito del progetto FishMPABlue 2, i pescatori autorizzati hanno già ridotto il loro sforzo di pesca di circa il 40%. È quindi possibile che prossimamente se ne vedano i risultati, mentre la diminuzione delle CPUE in AMP che si è constata nel 2018 è da attribuirsi allo sforzo eccessivo del recente passato. Non si può escludere un possibile impatto di attività non autorizzate o illegali, ma in assenza di dati e/o altre evidenze non è possibile trarre alcuna conclusione su quest’ultimo aspetto. Gli studi suggeriscono di prendere in considerazione la possibilità di concordare coi pescatori una continuazione della riduzione dello sforzo di pesca. 
A tal fine nel mese di luglio 2019 è stata attivata un’azione pilota per l’espletamento di attività di pescaturismo senza catture, da realizzarsi in alternativa all’attività di pesca, al fine di inserire tale attività nel redigendo nuovo regolamento AMP.In previsione dell’affidamento in gestione della ZSC, nel 2018 sono stati condotti studi propedeutici per l'individuazione dello sforzo di pesca nella ZSC Torre Guaceto e Macchia San Giovanni che hanno evidenziato:
  1. proporzioni non marginali di catture di individui sotto-taglia, soprattutto di specie ittiche appartenenti a sparidi, da parte delle reti da posta (malgrado l’utilizzo di maglie ben più ampie del limite minimo legale);
  2. CPUE ottenute tramite reti da posta più elevate in zona C dell’AMP rispetto ai siti all’interno della ZSC e taglie più grandi, grazie all’utilizzo di maglie piccole non inferiori ai 30 mm e reti in media più corte.
Nel 2020, in previsione delle procedure per l’ampliamento dell’AMP, sono state finanziate due attività di monitoraggio specifiche nella ZSC Torre Guaceto e Macchia San Giovanni IT9140005, limitatamente alla fascia costiera di competenza dei Comuni di Brindisi e Carovigno: 1. valutazione dello sforzo di pesca; 2. valutazione dell’incidenza della pesca sui mammiferi marini.Nel 2019 sono state recuperate n°12 tartarughe marine, tutte della specie Caretta caretta. In totale sono stati riabilitati e reintrodotti in natura n°9 esemplari, n°2 sono deceduti e n°1 è attualmente in cura.
4.1.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.1.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.1.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.1.7 - Obiettivi di gestione: Riportare la biomassa del popolamento ittico costiero da 3 a 5 volte maggiore all'interno della Zona A rispetto all'esterno (dati ottenuti da visual census subacqueo) e un livello di catture (CPUE) per imbarcazione 2 volte maggiore all'interno della Zona C rispetto all'esterno (dati ottenuti dall'analisi delle catture delle imbarcazioni di pesca artigianale). Aumentare le conoscenze sulle popolazioni di tartarughe e mammiferi marini. Entro il 2023 la conclusione della procedura di ampliamento permetterà la protezione e conservazione dei vertebrati marini nelle aree della ZSC IT9140005 marina attualmente esterne all'AMP.
4.1.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.1.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.1.10 - Indicatori:
4.1.11 - Budget annuali:

4.2 Nome del Target di Biodiversità: Popolamenti bentonici costieri


4.2.1 - Codice del TB: KT-02 4.2.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.2.3 - Descrizione del TB: La potenzialità che la conservazione e le azioni di gestione possano influenzare i popolamenti di substrato duro del mesolitorale e dell'infralitorale superficiale è stata valutata durante nove anni di osservazioni (dal 2001 al 2009), effettuando un confronto tra i popolamenti all'interno e all'esterno dell'AMP. Differenze significative nella copertura macroalgale sono state osservate tra località protette e non protette. Nell'infralitorale superficiale la protezione può aumentare la stabilità dei popolamenti: all'interno dell'AMP i popolamenti bentonici, costituiti da invertebrati a lungo ciclo vitale e con tassi di accrescimento lenti e da complesse formazioni algali, sono distribuiti omogeneamente nello spazio e mostrano fluttuazioni nel tempo limitate. Al contrario, un mosaico di patch perturbate è stato identificato nelle località non protette, con l'alternarsi di patch a macroalghe e patch caratterizzate da barren a bassa diversità e drastiche variazioni temporali tra le due condizioni. Le macroalghe dei popolamenti del mesolitorale sono apparentemente poco influenzate dall'effetto protezione della Riserva. Questo habitat ha subito la perdita delle fucales, in grado di incrementare localmente la biodiversità. Molte specie di molluschi (Patella spp., Phorcus turbinatus, Stramonita haemastoma) mostrano taglie e densità maggiori all'interno dell'AMP rispetto a località esterne.
4.2.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.2.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.2.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.2.7 - Obiettivi di gestione: Mantenimento dell'attuale numero di specie, copertura, biomassa e stabilità dei popolamenti caratterizzanti gli habitat marini protetti, attraverso l'esclusione e/o la gestione delle attività umane all'interno dell'AMP. Entro il 2023 la procedura di ampliamento dell'AMP sarà conclusa, aumentando la protezione per i popolamenti posti a Nord e a Sud dell'AMP
4.2.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.2.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.2.10 - Indicatori:
4.2.11 - Budget annuali:

4.3 Nome del Target di Biodiversità: Praterie di Posidonia oceanica e relativa comunità


4.3.1 - Codice del TB: KT-03 4.3.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.3.3 - Descrizione del TB: Il potenziale della conservazione e delle azioni di gestione per proteggere le praterie di Posidonia oceanica sono state valutate durante 9 anni di osservazioni (dal 2006 al 2009), facendo osservazioni dirette delle densità dei fasci fogliari nelle praterie all'interno e all'esterno dell'AMP. Nonostante sia presente una generale tendenza alla regressione delle praterie sottomarine osservato nel tempo, le praterie protette hanno mostrato una densità fogliare significativamente maggiore rispetto all'esterno. suggerendo una maggiore resistenza alle attività umane locali. Questa tendenza è stata confermata nell'ultimo periodo di osservazione. Mappature recenti realizzate durante il 2013 evidenziano una generale riduzione dell'estensione di praterie di P. oceanica rispetto a precedenti mappature. Tale tendenza è stata confermata nel 2018, grazie al monitoraggio effettuato con il progetto Amare: In particolare, dalle analisi relative allo stato di salute delle praterie di P. oceanica è emerso un pattern regressivo nell’AMP. Nell’AMP di Torre Guaceto, la presenza di una lunga serie temporale (>10 anni) ha evidenziato un ruolo cruciale della stessa nel mitigare la tendenza di degrado osservato per l’habitat in questione. In vista del possibile ampliamento dell’AMP volto ad estendere i benefici derivanti dal regime di protezione su una porzione più estesa di ZSC, risulta fondamentale un aumento delle conoscenze anche all’esterno della stessa, al fine di impostare un’adeguata gestione delle minacce che insistono nel tratto di costa in questione
4.3.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.3.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.3.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.3.7 - Obiettivi di gestione: Obiettivo entro il 2023 è il mantenimento della densità di fasci fogliari all'interno dell'AMP maggiore rispetto all'esterno. Entro il 2023 la procedura di ampliamento dell'AMP sarà conclusa, aumentando la protezione per le praterie poste a Nord e a Sud dell'AMP
4.3.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.3.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.3.10 - Indicatori:
4.3.11 - Budget annuali:

4.4 Nome del Target di Biodiversità: Formazioni coralligene


4.4.1 - Codice del TB: KT-04 4.4.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.4.3 - Descrizione del TB: Nell’ultimo decennio i programmi di monitoraggio per determinare l’efficacia di protezione sul comparto bentonico nell’AMP di Torre Guaceto si sono concentrati principalmente su quattro habitat: le praterie di Posidonia oceanica, l’infralitorale superiore e il subtidale roccioso e il coralligeno. Tutti questi programmi di monitoraggio hanno previsto il confronto tra località all’interno dell’AMP e località esterne. L’oggetto del monitoraggio è stato differente per i diversi habitat. Nell’intertidale e subtidale roccioso e per il coralligeno si è proceduto al confronto della struttura dei popolamenti bentonici sessili e delle abbondanze di alcune componenti della macrofauna vagile (gasteropodi nell’intertidale, e echinoidi nel subtidale), mentre per le praterie di fanerogame le indagini hanno riguardato sostanzialmente le densità dei fasci fogliari. Nel 2018, in occasione del progetto AMARE, si è provveduto ad impostare un campionamento congiunto sugli habitat praterie di P. oceanica e bioconcrezioni a coralligeno in quanto di interesse comunitario. Nel 2019 si è provveduto ad estendere tali indagini anche all’esterno dell’AMP, all’interno della ZSC. I rilievi effettuati hanno permesso di evidenziare, limitatamente all’area ispezionata: 
  • 13 tipologie di habitat differenti nell’area della ZSC ad EST di Torre Guaceto (1028 ha) 
  • 10 tipologie di habitat differenti nell’area della ZSC ad OVEST di Torre Guaceto (5072 ha)
Il coralligeno compare su tutta la ZSC a partire da circa 10 m sino al limite superiore della ZSC, oltre i 60 m. Al limite inferiore di circa 10m il Coralligeno e fino alla batimetria di 25 m si presenta a macchie, alternate con Posidonia oceanica, a formare un mosaico. 
Nell’Area Est della ZSC, da circa -20 m sino ad oltre i 30 m di profondità, il fondale e caratterizzato, oltre che da coralligeno e Posidonia oceanica, anche da ampie aree a Caulerpa cylindracea, un’alga verde di origine lessepsiana. La caratterizzazione degli habitat bentonici e la successiva elaborazione delle carte tematiche hanno permesso di evidenziare che l’area indagata, dal punto di vista biocenotico, presenta importanti emergenze naturalistiche, con il 63 % di habitat ritenuti Determinanti (D) (3869 ha), ovvero habitat indispensabile per la conservazione. Sono in corso indagini specifiche per la valutazione dello stato di conservazione del coralligeno nella ZSC.
4.4.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.4.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.4.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.4.7 - Obiettivi di gestione: Entro il 2023 le minacce dirette sul target di biodiversità saranno mitigate, garantendo il mantenimento della complessità degli habitat già rilevata nel 2019
Entro il 2023 la procedura di ampliamento dell'AMP sarà conclusa, aumentando la protezione e conservazione delle formazioni coralligene poste a Nord dell'AMP
4.4.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.4.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.4.10 - Indicatori:
4.4.11 - Budget annuali:

4.5 Nome del Target di Biodiversità: Comunità ornitica migratoria


4.5.1 - Codice del TB: KT-05 4.5.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.5.3 - Descrizione del TB: La Riserva è localizzata su importanti rotte migratorie che connettono gli areali di svernamento africani con quelli riproduttivi dell'Europa Centro-Settentrionale. Per questo motivo transitano contingenti avifaunistici molto significativi che popolano areali vastissimi. Da ciò deriva l'importanza della conservazione e della valorizzazione del mosaico di habitat della Riserva, il cui ruolo è prevalentemente quello trofico per specie in transito, a cui si aggiunge quello di svernamento e/o di nidificazione per parte della comunità ornitica. Su un totale di 218 specie di vertebrati individuati nella Riserva, 188 sono rappresentate da uccelli. Di queste 168 (89% sul totale degli uccelli) sono migratrici. Questa comunità di uccelli è molto eterogenea, perché comprende specie marine, palustri, di macchia/bosco, di steppa e di ambiente agricolo. Molte di queste specie sono inserite negli allegati delle direttive 92/43/CEE e 2007/147/CE.
Il fratino (Charadrius alexandrinus) è specie regolarmente nidificante, mentre lo sono irregolarmente il fistione turco (Netta rufina) e il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus).Sono potenzialmente nidificanti perché censiti ripetutamente nel periodo riproduttivo la moretta tabaccata (Aythya nyroca) e il gabbiano corso (Larus audouinii). A febbraio 2019 è stata firmata con la Regione Puglia la convenzione per la gestione del Centro Territoriale di prima accoglienza della fauna selvatica omeoterma, con la finalità di espletare in nome e per conto della Regione Puglia, le attività previste dall’art. 6 della L.R. 59/2017 ed in particolare: 1. accoglienza di tutti gli esemplari di fauna selvatica omeoterma (uccelli, mammiferi) rinvenuti feriti o in difficoltà, 2. pronto soccorso veterinario; 3. liberazione degli esemplari recuperati, previo inanellamento; 4. Studi, ricerche e monitoraggi delle specie faunistiche omeoterme.
4.5.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.5.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.5.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.5.7 - Obiettivi di gestione: Garantire il mantenimento dell'attuale capacità portante del sistema di habitat per le singole specie e aumentare la disponibilità di habitat attraverso azioni di valorizzazione e interventi trasformativi migliorativi. Entro il 2023 la procedura di ampliamento della RNS sarà conclusa, aumentando la protezione sugli habitat rilevanti per la comunità ornitica posti nelle porzioni di ZSC esterne a Nord e a Sud della RNS
4.5.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.5.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.5.10 - Indicatori:
4.5.11 - Budget annuali:

4.6 Nome del Target di Biodiversità: Habitat della Zona umida


4.6.1 - Codice del TB: KT-06 4.6.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.6.3 - Descrizione del TB: La zona umida ha una superficie di 108 ha, di cui solo 16 ha (15%) sono rappresentati da corpi d'acqua e prati allegati (afferenti a vari tipi di habitat), mentre 92 ha (85%) sono rappresentati dalla comunità a cannuccia di palude (Phragmites australis), o canneto. Questo costituisce quindi il principale habitat della zona umida. Gli habitat della zona umida sono in massima parte di origine secondaria, occupando le superfici sottoposte a bonifica all'inizio del XX secolo
4.6.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.6.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.6.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.6.7 - Obiettivi di gestione: Entro il 2023 diversificare il mosaico di habitat privilegiando quelli di maggior valore conservazionistico. Aumentare la permanenza di acqua dolce contrastando l'intrusione del cuneo salino. Entro il 2023 la procedura di ampliamento della RNS sarà conclusa, aumentando la protezione sugli habitat umidi posti nelle porzioni di ZSC esterne a Nord e a Sud della RNS
4.6.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.6.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.6.10 - Indicatori:
4.6.11 - Budget annuali:

4.7 Nome del Target di Biodiversità: Habitat del litorale


4.7.1 - Codice del TB: KT-07 4.7.2 - Stato di vitalità del TB: Buono
4.7.3 - Descrizione del TB: In funzione degli intensi gradienti ecologici, lungo il litorale si distribuisce una serie di habitat naturali che costituiscono fasce parallele alla linea di costa. La maggior parte di questi habitat rientra negli allegati della Direttiva 92/43/CEE. Data la loro localizzazione, sono soggetti a pressioni sia naturali che di origine antropica.
4.7.4 - Habitat presenti (classificazione Direttiva Habitat):
Non sono associati habitat secondo la Direttiva 92/43/CE
4.7.5 - Flora presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie floristiche associate
4.7.6 - Fauna presente (classificazione Direttiva Habitat):
Non ci sono specie faunistiche associate
4.7.7 - Obiettivi di gestione: Mantenimento dell'attuale livello di intensità delle pressioni. Interventi di ripristino dunale e mitigazione dell'erosione costiera in un tratto di 130 mt. posti a circa 700 m a NO da Punta Penna Grossa
4.7.8 - Minaccia diretta correlata:
Codice della minaccia Nome della minaccia Descrizione della relazione Valutazione qualitativa dell'incidenza della minaccia
Assenza di specifiche regolamentazioni Intensità dell'impatto Estensione dell'impatto Frequenza dell'impatto Durata degli effetti Sensibilità ecologica Significatività
4.7.9 - Strategie ed attività:
Codice della strategia Codice dell'azione Minacce influenzate Modalità di mitigazione delle minacce
4.7.10 - Indicatori:
4.7.11 - Budget annuali: