La comunità di pescatori è nata nel 2002 e riunisce 7 pescatori che operano su 2200 ettari di riserva marina. Il progetto realizzato dal Consorzio di gestione Torre Guaceto, Slow Food Condotta dell’Alto Salento e Università di Lecce è uno straordinario esempio di pesca sostenibile e tutela ambientale: si utilizzano solo reti a maglia larga e le uscite in mare si svolgono una volta a settimana. In questo modo l’area ha visto incrementare la popolazione ittica del 400%, un caso diventato di interesse mondiale che ha attratto studiosi sino dalla California. E lo sfruttamento responsabile della riserva ha anche determinato un notevole riscontro economico per i pescatori: «a ogni uscita si realizzano 1500 euro di pescato e praticamente appena si mette piede sulla terra ferma il pesce è già venduto» afferma Marcello Longo, Fiduciario Condotta Alto Salento, che continua «il successo economico ha indotto gli altri pescatori a chiedere l’estensione della riserva. Un risultato eccezionale vista la diffidenza, a volte anche vero e proprio astio, che abbiamo incontrato quando è partito il progetto in quest’area, un tempo afflitta da pesca di frodo, contrabbando e traffico di clandestini».Ma l’attività della comunità non si ferma qui. E’ in cantiere un progetto per realizzare un laboratorio di trasformazione della terza taglia. In pratica quelle specie neglette come lacerto, scorfanetto ecc. che hanno poco mercato, vengono recuperate realizzando zuppe che i consumatori possono acquistare e portare a casa.
Durante la calata dei cefali a settembre si realizzerà la lavorazione sott’olio di questo pesce, mentre in collaborazione con la comunità dei pescatori di Orbetello (Gr), del Presidio Slow Food bottarga di Orbetello, si produrrà la bottarga di muggine.
La comunità di pescatori della Riserva di Torre Guaceto ormai rappresenta un importante volano per l’economia locale: «Oggi riusciamo a dare un futuro ai nostri figli, e molti giovani, che una volta avrebbero disprezzato il nostro mestiere in quanto residuo di un passato fatto di fatica e miseria, ora si avvicinano con interesse e vogliono fare il pescatore» afferma Felice Caccetto della comunità.