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25 mar 2016

Abbattimento di opere abusive in un lido ad Apani



“Privato si oppone all’ampliamento della Riserva in zona Apani e compie abusi edilizi sulla stessa area. Il Comune di Brindisi ordina l’abbattimento delle opere ed il ripristino dei luoghi”


Con l’ordinanza di abbattimento delle opere realizzate in modo del tutto abusivo da un operatore brindisino sulla costa Nord, il Comune di Brindisi ha confermato quanto denunciato un anno addietro dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto. Va sottolineato anche che, lo stesso privato che oggi è destinatario della disposizione, solo due mesi fa si era rivolto al Tar di Lecce nel tentativo di bloccare il procedimento per l’ampliamento del perimetro della Riserva finalizzato alla tutela degli habitat naturali, previsto finanche dal Ministero dell’Ambiente e approvato già nel 2013. 

Il soggetto privato ha invocato l’intervento del Tribunale asserendo che l’espansione dell’Area Protetta avrebbe leso i suoi interessi in zona Apani in quanto gestore dello stabilimento balneare “Guna Beach”. 
Oggi, dopo gli illeciti edilizi commessi, il Comune di Brindisi gli impone di abbandonare l’area e di riportare i luoghi allo stato originario. 
E “dulcis in fundo”, in sede giudiziaria, lo stesso operatore rinuncia alla sospensiva dei provvedimenti conseguenti al Piano di ampliamento della Riserva chiedendo l’abbinamento al merito e, di fatto, smontando la sua stessa tesi circa il presunto e conseguente danneggiamento dei suoi interessi. 
Per scendere nel merito del caso degli abusi edilizi, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha segnalato al Comune brindisino la presenza di opere difformi rispetto a quanto consento dalla Legge, nel maggio 2015. Questo perché in sede di un sopralluogo effettuato al confine sud della Riserva, il personale del Consorzio aveva rilevato attività di movimentazione terra e creazione di strade in una zona adiacente alla RNS. 
Da come si evince dalla sequenza di fotografie in coda all'articolo, l'area in oggetto risulta interessata da una profonda trasformazione dei luoghi, con l'eliminazione della vegetazione presente e l'apporto di materiale per il rilevato e la pavimentazione con stabilizzato per la costruzione di nuove strade. Azioni in contrasto con quanto definito dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), adottato con Delibera n. 1435 del 2 agosto 2013 e approvato con Delibera n. 176 del 16/02/2015. 

Si rilevava che l'area in oggetto, una zona umida retrodunare, ha subito negli ultimi anni (il Comune di Brindisi ha messo nero su bianco che l’operatore oggetto dell’ordinanza ha iniziato la sua attività nell’area nel 2007) la progressiva distruzione dell'habitat sino a ridursi ad una superficie arata che si inonda nei periodi invernali. 
Come riportato nel documento inoltrato al Comune di Brindisi, nel novembre 2013 è stato realizzato, inoltre, un canale che connette l'area umida alla costa, come tentativo di drenaggio delle acque superficiali. E, relativamente alla componente “Aree umide”, citando l'art. 65 delle NTA del PPTR, comma 2, si ricordava che non sono ammissibili piani, progetti e interventi che comportano la modificazione dello stato dei luoghi, bonifica e prosciugamento anche se solo temporaneo, variazione improvvisa e consistente del livello dell’acqua. 
A un anno di distanza dalla segnalazione effettuata dal Consorzio, il Comune di Brindisi ha confermato quanto rilevato dall'ente gestore della Riserva e comunicato che procederà con “l’applicazione del danno ambientale di cui alla L.R. 27/01/2015 n.3 ‘Norme per la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario’ in quanto in presenza dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto DM 4/12/1991. Avvio del procedimento di preavviso finalizzato alla revoca della concessione demaniale per inadempienza degli obblighi derivanti dalla concessione”. Infine, il Comune ha ordinato: “la demolizione e rimozione con ripristino dello stato dei luoghi di tutte le opere abusive realizzate ed accertate, il tutto previo eventuale provvedimento di dissequestro da parte dell’autorità competente. Le spese saranno a carico del responsabile degli abusi”.





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