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31 ott 2013

L'arrivo degli storni in Riserva



L'arrivo degli storni segna il passo dell'autunno. Anche quest'anno, come ogni anno, gli storni si esibiscono al tramonto in evoluzioni aeree meravigliose. In data 14 ottobre è avvenuto il primo avvistamento del 2013 in Riserva.

I canneti di Torre Guaceto hanno un'estensione complessiva di 111 ettari e sono l'habitat naturale più rappresentato in Riserva. Molte specie di uccelli hanno l'abitudine di dormire nei canneti, dove trovano protezione dai predatori. Sono esempi la rondine, il balestruccio, il topino, lo strillozzo, il passero e lo storno.
Lo storno (Sturnus vulgaris) è una specie di uccello migratore che sverna nelle nostre zone provenendo dal Nord-Est europeo. I canneti di Torre Guaceto costituiscono il più importante dormitorio di storni del Salento. Esso accoglie numerosi esemplari dalle campagne delle province di Brindisi, Taranto e Lecce. Di giorno lo storno frequenta gli ambienti più vari, sia naturali, come macche e boschi, che agricoli. Particolarmente frequentati sono gli oliveti, dove la specie si nutre di olive ed insetti. Infatti, pur essendo una specie insettivora, lo storno d'inverno si nutre anche di frutta.
Rispetto alla produzione olivicola, la specie svolge un duplice ruolo, uno a sfavore e l'altro a favore degli agricoltori. Da un lato sottrae olive alla raccolta, ma dall'altro si nutre di insetti e larve, in molti casi patogeni dell'olivo. Se il bilancio netto sia a sfavore o a favore degli agricoltori è una questione ancora tutta da chiarire.
La presenza degli storni richiama un elevato numero di predatori rapaci, sia diurni che notturni. Esempi del primo tipo sono il falco di palude, l'albanella reale ed il falco pellegrino; esempi di predatori notturni sono il gufo ed il barbagianni. In particolare, per il falco di palude e l'albanella reale, sono state contate a Torre Guaceto concentrazioni di alcune decine di esemplari.
Gli storni rappresentano anche un importante vettore di specie vegetali: svolgono una funzione di dispersione dei semi ingeriti (endozoocoria) a favore di molte specie arbustive a bacca carnosa della macchia mediterranea, compreso l'olivo.

A cura di Giacomo Marzano e Leonardo Beccarisi. Foto di Andrea Motolese.


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