La vera gestione partecipata
Da mesi ormai lo spazio facebook della Riserva (http://www.facebook.com/pages/Riserva-di-Torre-Guaceto/56965886286?ref=ts) è sede di ampie discussioni che riguardano la Riserva. Non può che fare piacere l'aprirsi di dibattiti su Torre Guaceto, perché uno dei migliori strumenti per la gestione dell'area è il comprendere la percezione che i portatori di interessi hanno della governance dell'area. Cercherò di fare un discorso generale per tentare di rispondere a tutti. Partiamo da un presupposto che è anche una critica a noi stessi: l'importanza e i successi della gestione dell'area sono poco conosciuti per nostra mancanza, per una scarsa capacità a comunicare all'esterno ciò che si fa, i problemi risolti, etc... In questi dieci anni di gestione (decennale passato in sordina) le cose fatte sono state molte e positive, e ne abbiamo evidenza da dati scientifici certi. E' chiaro, tutto è perfettibile, tutto si può fare meglio, ma ciò che era possibile fare in termini di competenza amministrativa, finanziamento, risorse umane è stato fatto con un obiettivo certo: la Conservazione dell'area, la possibilità di una Fruizione Sostenibile. Nei convegni e seminari in cui Torre Guaceto è invitata per dare esempio della propria gestione adattativa (e vi posso dire che durante l'anno sono numerosi, a ottobre siamo in Turchia nell'ambito del Training Activities del Medpan Sud) uno dei passaggi più importante degli interventi è una carrellata PRIMA - DOPO. Con una serie di fotografie dal 2001 ad oggi cerchiamo di testimoniare quanto fatto per ridurre al minimo o eliminare le minacce endogene all'area (basti ricordare la sistemazione di Penna Grossa la cui fragilità è diminuita negli anni, rendendola capace di sostenere l'ondata turistica - parcheggi, interventi sulle dune, dotazione di servizi base, peraltro richiesti dagli stessi fruitori. Non tutti si ricordano dove si parcheggiasse prima, quanto erano abusate le dune, l'assenza di servizi igienici, che costringevano i fruitori a fare i propri bisogni in angoli appartati, i falò notturni, le macchine che percorrevano le strade dietro alle dune, i motocross, la pericolosità alta degli incendi, l'assenza di segnaletica di base, la sporcizia storica sulle spiagge. Molto si è fatto e molto sicuramente è ancora da fare. Ma il molto ancora da fare si basa su un'area protetta, una porzione di territorio, che reagisce in modo sufficiente alla perdita di biodiversità e naturalità alla quale assistiamo tutti i giorni. Vuol dire che adesso siamo in grado, forti di uno stato di salute sufficiente, e di una pianificazione ragionata, di puntare al miglioramento reale, ad un aumento significativo della biodiversità. In questa nota alcune delle cose fatte a sostegno della biodiversità. Spero che lo leggiate tutto, soffermandovi sui numeri positivi: INTERVENTI DI BIODIVERSITA_VERS 02 AGG 26_04_2010. Il senso della frase Torre Guaceto è un'isola che funziona in un mare che non funziona rimane: le minacce esterne sono inimmaginabili. Torre Guaceto c'è, ha ancora la forza di resistere, l'impatto antropico è impossibile da eliminare del tutto, basti pensare ai rifiuti che arrivano giornalmente DAL MARE (e in questi giorni di forte tramontana troveremo di tutto). L'erosione costiera è un fenomeno difficilmente gestibile localmente (e in questi giorni avrete trovato notizie in merito alla zona di Apani, su nostro studio, per cercare di evitare tragedi come quelle di Ventotene), è un fenomeno naturale acuito dal'intervento umano (porticcioli, dighe, etc..) su cui molte volte gli interventi di ingegneria naturalistica provocano più danni di quelli che eliminano; bisogna studiare bene la dinamica delle correnti per poter fare progetti ragionati. E' opinione diffusa che l'erosione è acuita dai cambiamenti climatici, che aumentando la temperatura superficiale dell'acqua, modificano le correnti. All'erosione segue la sedimentazione, vera grande minaccia, che sta sommergendo i fondali dei "nostri" tratti di costa (sia internamente sia esternamente a Torre Guaceto) di una sottile (mica tanto) patina di fango terrigeno. Questo, insieme all'aumento della temperatura, favorisce specie tropicali (Caluerpa su tutte) a discapito delle specie autoctone. Le sfide da affrontare sono tante, in una situazione finanziaria molto difficile, visti i costanti tagli ai finanziamenti a cui assistiamo annualmente (una percentuale media del 23% annuo). Questo ha portato all'attivazione di servizi turistici che garantissero in minima parte la possibilità di autofinanziare la tutela e conservazione dell'area. Ricordiamo che un anno fa il sistema di fruizione a Penna Grossa è stato premiato come "Buona Pratica per il Paesaggio" da parte della Regione Puglia. Ora il punto è: il Mare di Torre Guaceto non può essere isolato da quelli che sono i problemi del Mar Adriatico e del Mediterraneo in generale. Basta andare a Nord e a Sud e vedere le condizioni. Se si riuscisse a fare lobby per lavorare sulle minacce che dall'esterno pressano su Torre Guaceto, forse molti dei "difetti" riscontrati (che sono, e scusate se passiamo per presuntuosi, infinitesimali rispetto ai successi gestionali avuti e ai problemi che si trovano all'esterno) scomparirebbero e si riuscirebbe a soddisfare quell'aspettativa (forse utopica) da parte dei fruitori di avere un'area protetta "naturale" libera da qualsiasi condizionamento antropico. IO lo spero.
Tag
|