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22 mar 2015

La gestione dello Stagno presso il Canale Reale



Antefatti

La zona umida della Riserva, così come appare oggi, è il risultato di interventi di bonifica effettuati nella prima metà del '900. L'acqua superficiale drena verso il mare attraverso un fitto reticolo di canali artificiali, avente una lunghezza complessiva di 25 km e distribuito su una superficie di 108 ettari. Le comunità vegetali della zona umida sono principalmente costituite da giuncheti, posti ai margini delle aree inondate, e dal canneto; quest'ultimo occupa una superficie di 92 ettari (pari all'85% della superficie di tutta la zona umida) ed è principalmente distribuito sui suoli umidi interposti tra i canali.
Nel 2008 fu realizzato lo Stagno presso il Canale Reale con il duplice scopo di ripristinare habitat scomparsi per effetto della bonifica e di creare una interruzione del canneto per ostacolare l'avanzamento di eventuali fronti di fiamma.

Risultati sulla biodiversità della Riserva

Le sponde debolmente degradanti dello Stagno presso il Canale Reale, assieme allo sfalcio della cannuccia di palude condotto periodicamente, sta determinando la realizzazione di un habitat idoneo per numerose nuove specie animali e vegetali.
Rispetto ad una decina di anni fa, il numero totale di specie di uccelli acquatici (limicoli, anatidi, ecc.) è aumentato di 24 specie, così come è aumentato il numero di individui, passando da poche unità agli attuali 1500 limicoli (osservati quest'inverno) e 400 anatidi. Tra le nuove specie si menzionano il mignattaio, la spatola, l'oca granaiola, l'oca selvatica, il cavaliere d'Italia, l'avocetta, il combattente, la pittima reale e il piro piro boschereccio.
Con riferimento agli aspetti botanici, la vegetazione che si sta instaurando sulle sponde è di tipo annuale tardo primaverile/estivo, estremamente interessante. Tra le specie che sono state registrate recentemente si menzionano la coda di lepre (Polypogon maritimus), il giunco annuale (Juncus hybridus) e diverse specie di centauri (Centaurium spicatum e Centaurium tenuiflorum). Le specie citate sono elementi dell'habitat prioritario Stagni temporanei mediterranei (codice Natura 2000: *3170) [1].

Le motivazioni gestionali

La strategia perseguita, con obiettivi a lungo termine, è quella di riportare le caratteristiche della zona umida il più vicino possibile a quelle originarie. Ciò significa operare contro quelli che furono gli obiettivi della bonifica, eliminando cioè la regimazione artificiale delle acque superficiali e gli interramenti. La presenza dell'habitat ripario *3170 indotto dalla pratica dello sfalcio non dovrebbe destare meraviglia. Numerosi habitat mediterranei, impropriamente ritenuti "naturali", sono in realtà il risultato di un disturbo di origine antropica, e la loro conservazione può essere condotta solo attraverso il mantenimento di tale disturbo. Si pensi, ad esempio, ad un altro tipo di habitat prioritario, quello dei Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea (codice Natura 2000: *6220) [1]; esso è il risultato dell'attività del fuoco e del pascolo e la cui conservazione può essere garantita solo attraverso il mantenimento del pascolamento estensivo e di tipo tradizionale.
Come forma di gestione della vegetazione riparia dello stagno, si ritiene ottimale quella del pascolamento al posto dello sfalcio; per questa si stanno valutando le opportunità, essendo un intervento più complesso da organizzare rispetto allo sfalcio.

Bibliografia citata
[1] Biondi E., Blasi C., Burrascano S., Casavecchia S., Copiz R., Del Vico E., Galdenzi D., Gigante D., Lasen C., Spampinato G., Venanzoni R., Zivkovic L., 2009 - Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Società Botanica Italiana. http://vnr.unipg.it/habitat.

A cura di Leonardo Beccarisi e Giacomo Marzano



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