La gestione dello Stagno presso il Canale Reale
AntefattiLa zona umida della Riserva, così come appare oggi, è
il risultato di interventi di bonifica effettuati nella prima metà del
'900. L'acqua superficiale drena verso il mare attraverso un fitto
reticolo di canali artificiali, avente una lunghezza complessiva di 25
km e distribuito su una superficie di 108 ettari. Le comunità vegetali
della zona umida sono principalmente costituite da giuncheti, posti ai
margini delle aree inondate, e dal canneto; quest'ultimo occupa una
superficie di 92 ettari (pari all'85% della superficie di tutta la zona
umida) ed è principalmente distribuito sui suoli umidi interposti tra i
canali. Nel 2008 fu realizzato lo Stagno presso il Canale Reale con
il duplice scopo di ripristinare habitat scomparsi per effetto della
bonifica e di creare una interruzione del canneto per ostacolare
l'avanzamento di eventuali fronti di fiamma.
Risultati sulla biodiversità della RiservaLe
sponde debolmente degradanti dello Stagno presso il Canale Reale,
assieme allo sfalcio della cannuccia di palude condotto periodicamente,
sta determinando la realizzazione di un habitat idoneo per numerose
nuove specie animali e vegetali. Rispetto ad una decina di anni fa,
il numero totale di specie di uccelli acquatici (limicoli, anatidi,
ecc.) è aumentato di 24 specie, così come è aumentato il numero di
individui, passando da poche unità agli attuali 1500 limicoli (osservati
quest'inverno) e 400 anatidi. Tra le nuove specie si menzionano il
mignattaio, la spatola,
l'oca granaiola, l'oca selvatica, il cavaliere d'Italia, l'avocetta, il
combattente, la pittima reale e il piro piro boschereccio. Con
riferimento agli aspetti botanici, la vegetazione che si sta instaurando
sulle sponde è di tipo annuale tardo primaverile/estivo, estremamente
interessante. Tra le specie che sono state registrate recentemente si
menzionano la coda di lepre (Polypogon maritimus), il giunco annuale (Juncus hybridus) e diverse specie di centauri (Centaurium spicatum e Centaurium tenuiflorum). Le specie citate sono elementi dell'habitat prioritario Stagni
temporanei mediterranei (codice Natura 2000: *3170) [1].
Le motivazioni gestionaliLa
strategia perseguita, con obiettivi a lungo termine, è quella di
riportare le caratteristiche della zona umida il più vicino possibile a
quelle originarie. Ciò significa operare contro quelli che furono gli
obiettivi della bonifica, eliminando cioè la regimazione artificiale
delle acque superficiali e gli interramenti. La presenza dell'habitat
ripario *3170 indotto dalla pratica dello sfalcio non dovrebbe destare
meraviglia. Numerosi habitat mediterranei, impropriamente ritenuti
"naturali", sono in realtà il risultato di un disturbo di origine
antropica, e la loro conservazione può essere condotta solo attraverso
il mantenimento di tale disturbo. Si pensi, ad esempio, ad un altro tipo
di habitat prioritario, quello dei Percorsi substeppici di graminacee e
piante annue dei Thero-Brachypodietea (codice Natura 2000:
*6220) [1]; esso è il risultato dell'attività del fuoco e del pascolo e
la cui conservazione può essere garantita solo attraverso il
mantenimento del pascolamento estensivo e di tipo tradizionale. Come
forma di gestione della vegetazione riparia dello stagno, si ritiene
ottimale quella del pascolamento al posto dello sfalcio; per questa si
stanno valutando le opportunità, essendo un intervento più complesso da
organizzare rispetto allo sfalcio.
Bibliografia citata [1]
Biondi E., Blasi C., Burrascano S., Casavecchia S., Copiz R., Del Vico
E., Galdenzi D., Gigante D., Lasen C., Spampinato G., Venanzoni R.,
Zivkovic L., 2009 - Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Società Botanica Italiana. http://vnr.unipg.it/habitat.
A cura di Leonardo Beccarisi e Giacomo Marzano
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