Zerynthia cassandra: una nuova importante scoperta per la Riserva
È stata individuata lungo la costa meridionale della Riserva una popolazione
relitta ed estremamente localizzata di Zerynthia cassandra, lepidottero endemico della penisola italiana.
Una degli aspetti più importanti del monitoraggio scientifico è la necessità che esso si protragga nel tempo; questo perchè così facendo si possono tenere sotto controllo le perturbazioni ambientali e, eventualmente, cercare di porre un rimedio agli effetti negativi che esso comporta. Nondimeno capita, anche in aree conosciute come quella della Riserva, che gli studi portino alla luce aspetti della biodiversità ancora sconosciuti; solo di recente, ad esempio, è stato possibile accertara la presenze di alcune specie entomologiche di notevole interesse conservazionistico e scientifico: è questo il caso di Zerynthia cassandra, una bella farfalla diurna (Ropalocera) appartenente alla famiglia Papilionidae.
Z. cassandra, solo di recente separata da Z. polyxena [1], è un endemismo della penisola italiana (presente dalla Liguria alla Sicilia), ovvero è distribuita esclusivamente in questo terriotorio; la specie è inoltre considerata d’interesse comunitario ai sensi della Direttiva Habitat. La farfalla (o immagine) è facilmente distinguibile da altre farfalle italiane (ad esclusione della congenerica Z. polyxena) per la colorazione con forti tonalità rosse e nere soprattutto sull’addome e sulla pagina inferiore delle ali. Le larve (i bruchi), di colore arancione rosato e provvisti di tubercoli conici, si alimentano esclusivamente su piante del genere Aristolochia.
La specie sembra essere diffusa ma con popolazioni molto localizzate, sia a livello nazionale [2] che regionale [3], tanto da far considerare Z. cassandra minacciata, soprattutto a causa di modifica/perdita di habitat. A rendere la specie e le popolazioni delle stessa estremamente vulnerabili concorrono anche alcune caratteristiche intrinseche quali la stretta relazione con la pianta nutrice delle larve, e la scarsa vagilità delle immagini, che tendono a restare legate al sito riproduttivo, rendendo assai difficili fenomeni di espansione, colonizzazione e/o ricolonizzazione [4].
Durante le campagne di monitoraggio del 2013 sono state individuate alcune larve di questa farfalla su esemplari di pianta nutrice, A. rotunda, lungo la costa meridionale della Riserva; le indagini condotte in seguito hanno poi potuto confermare la presenza di una popolazione relitta, estremamente localizzata [5]. La scoperta e, soprattutto, la conservazione di questa popolazione riproduttiva riveste un notevole interesse, anche perché allo stato attuale delle conoscenze rappresenta la stazione di presenza più orientale di Z. cassandra.
Bibliografia citata [1] Zinetti F., Dapporto L., Vovlas A., Chelazzi G., Bonelli S., Balletto E., Ciofi C. (2013) When the rule becomes the exception. No evidence of gene flow between two Zerynthia cryptic butterflies suggests the emergence of a new model group. PLoS One 8(6):e65746. [2] D'antoni S., Dupre' E., La Posta S., Verucci P. (2003) Fauna italiana inclusa nella direttiva Habitat. Ministero dell'Ambiente, Roma. [3] Bruno S. (2002) Lepidotteri diurni della Puglia. Numero speciale, Riflessioni-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, pp. 232. [4] Vovlas A., Balletto E., Altini E., Clemente D., Bonelli S. (2014) Mobility and oviposition site-selection in Zerynthia cassandra (Lepidoptera, Papilionidae): implications for its conservation. J Insect Conserv. DOI 10.1007/s10841-014-9662-4. [5] Mastropasqua F., Ciccolella A.,de Franco F., Lorusso L., Tarasco E. (2014) Lepidotteri Ropaloceri e Libellule del SIC ‘Torre Guaceto e macchia San Giovanni’ (Brindisi, Puglia). XXIV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia. Orosei (Sardegna) 9-14 Giugno 2014.
A cura di Fabio Mastropasqua
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