La strategia gestionale dell'AMP di Torre Guaceto si basa
sull'applicazione di un modello concettuale derivato da quanto elaborato dal
Conservation Measures Partnership . Tale standard è stato scelto dal MATTM per
definire un approccio alla gestione standardizzato, perché l'eterogeneità
geografica e politica del sistema delle AMP italiane ha determinato l’esistenza
di piani di gestione peculiari per ogni area, difficilmente confrontabili,
fondamentalmente diversi.
La definizione di uno standard gestionale permette di
sviluppare entro il 2020 un network di AMP efficacemente gestite ed
ecologicamente rappresentative in Italia, così come richiesto dalla Convenzione
sulla Biodiversità.
Il modello concettuale permette di raccontare in maniera
visiva, attraverso l'utilizzo di forme geometriche e colori standard, la
strategia gestionale dell'AMP, descrivendo cosa protegge, le minacce presenti e
come interferiscono, le strategie ed azioni elaborate per ridurre gli impatti
antropici.
Punto di partenza del piano di gestione sono i target
chiave di conservazione (KT o key target) che rappresentano i valori presenti
da proteggere; questi possono essere specie animali o vegetali, habitat,
servizi ecosistemici, comunità, singolarità geomorfologiche, unità di
paesaggio, ma anche elementi sociali e culturali. Tali target, per la loro
importanza, sono scelti dal gestore attraverso un'analisi multicriteria, basata
sia su elementi oggettivi e scientifici, sia su una valutazione qualitativa o
di percezione dell'importanza degli stessi. Per ogni target viene individuato
un obiettivo di conservazione che rappresenta lo stato desiderato per il target
al termine della programmazione a medio/lungo termine. Tale obiettivo deve
essere espresso in termini quantitativi (es. Aumento del n% della superficie)
per meglio verificare il raggiungimento di quanto previsto.
Il numero di target deve essere sempre minore di dieci,
per permettere al gestore di concentrare le proprie risorse umane e finanziarie
e aumentarne l'efficacia e l'effetto. Per tale motivo momento importante nella
definizione del modello concettuale è la scelta dei target e il loro eventuale
raggruppamento in cluster più grandi, per mantenerne il numero al di sotto
della soglia sopra enunciata. Ciascun target, perciò, conterrà riferimenti alla
lista di habitat, flora e fauna caratterizzante lo stesso, con particolare
riferimento all'appartenenza a elenchi speciali (habitat prioritari e
comunitari e specie in allegato II secondo la direttiva Habitat 92/43, lista
rossa IUCN, etc....).
Su ciascun target operano diverse minacce; tali minacce
sono individuate nel modello concettuale e le interazioni con i target sono descritte con
delle frecce. Anche in questo caso le minacce vanno clusterizzate per
permettere una visione chiara del modello. Ciascuna minaccia viene descritta in
termini generali, e per ciascun target viene descritta l'interferenza, valutata
secondo un approccio qualitativo, dando un valore tra questi tre (0 - 0,5 - 1)
alle seguenti caratteristiche:
- Assenza di specifiche regolamentazioni;
- Intensità dell'impatto;
- Estensione dell'impatto;
- Frequenza dell'impatto;
- Durata degli effetti;
- Sensibilità ecologica.
La somma delle valutazioni dà un valore di
significatività, che permette di individuare le minacce maggiormente incidenti.
Insieme alle minacce, sono individuati i fattori
contribuenti che rappresentano i contesti da cui originano le minacce, e sui
quali la capacità di intervento da parte del gestore è ridotta, poiché diventano necessarie politiche
intraprese a livelli superiori (es. cambiamenti climatici, specie aliene,
etc...).
Attraverso strategie ed azioni il soggetto gestore
interviene sulle minacce per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione
fissati. Le strategie sono valutate attraverso una matrice che ne determinano
la fattibilità e l'efficacia. L'applicazione di questo modello concettuale
permette di associare in maniera chiara e lineare le strategie in atto con gli
obiettivi di conservazione che sono la mission del soggetto gestore.
Tutto il modello concettuale è valutato mediante un piano di monitoraggio che,
attraverso indicatori di classificazione diversa (biofisici, socioeconomici,
governance, descrittivi, performance e efficacia), permette al soggetto gestore
di valutare la propria azione.
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